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“La guerra in Ucraina segna il culmine di un lento deterioramento delle relazioni internazionali”

In piedi. Tra le reazioni di ogni genere che può provocare, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin stupisce nel suo anacronismo. Questa brutale e del tutto ingiustificata aggressione contro uno Stato sovrano e pacifico nel cuore dell’Europa, in flagrante violazione del diritto internazionale e del diritto del conflitto armato, con mezzi convenzionali in un contesto di minaccia nucleare, ci sta davvero rimandando indietro, con i suoi milioni profughi, nelle ore buie dell’espansionismo militare hitleriano o sovietico.

Prodotto di un ipernazionalismo nostalgico, realizza la fantasia a lungo temuta dagli occidentali dalla fine della Guerra Fredda, e ancor più dalle vecchie ‘democrazie popolari’, di un ritorno della minaccia russa al continente europeo. Tutto questo in un mondo che è stato radicalmente cambiato dagli sviluppi positivi della seconda metà del XX secolo.e secolo: la costruzione europea, il progresso del diritto internazionale, la democrazia e lo stato di diritto, la fine del mondo bipolare, la globalizzazione, la rivoluzione digitale.

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Un evento anacronistico, reazioni forti, spesso inaspettate ea volte inedite. Citiamo qui la forza della resistenza ucraina e la rivelazione di Zelensky come signore della guerra e maestro delle comunicazioni strategiche; Riscoperta dell’unità politica occidentale (europea, transatlantica e bipartisan negli Stati Uniti); il più completo e rigoroso programma di sanzioni economiche e finanziarie mai attuato contro uno Stato; Assistenza militare e logistica statunitense ed europea non NATO; il proliferare di appelli alla giustizia internazionale, o anche, nell’era dei social network e della responsabilità sociale d’impresa, il ritiro volontario della maggior parte delle grandi società occidentali operanti in Russia, sotto la pressione dell’opinione pubblica internazionale.

L’indebolimento dell’Occidente per vent’anni

Ma oltre a queste felici reazioni, questa guerra d’altri tempi avrà paradossalmente anche conseguenze geopolitiche a lungo termine che segneranno il secolo. Si è fatto riferimento a questo proposito a un “cambiamento di paradigma” e alla fine dell’era del dopo Guerra Fredda, anche se con un ritardo di 20 anni, perché l’11 settembre ha di fatto concluso bruscamente la parentesi del dopo Guerra Fredda. 2001.

Dal colpo al potere statunitense quel giorno, gli ultimi vent’anni sono stati segnati dal ritorno della politica di potere nelle relazioni internazionali, dalla geopoliticizzazione della globalizzazione, dal (ri)aumento di potere dei maggiori paesi emergenti (Cina, India, Russia , Turchia…) e il correlato indebolimento dell’Occidente, seguito dalla sfida sempre più diretta dei principi e dei valori della democrazia liberale da parte di questi regimi autoritari.

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