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queste qualità umane sotto il controllo dei reclutatori sin dalla crisi del Covid

Durante la pandemia, i dipendenti hanno dovuto aiutarsi a vicenda, adattarsi ed essere versatili. Queste sono le qualità che sempre più recruiter cercano, secondo un sondaggio pubblicato venerdì 8 aprile.

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Un ritorno ai valori umani nel reclutamento. Lo dimostra la ricerca di due associazioni Article 1 e Mozaik RH, che fanno molto per aiutare le aziende a reclutare più ampiamente, per integrare profili diversi. Secondo questo sondaggio, quasi il 40% dei reclutatori ritiene che la crisi sanitaria abbia messo in evidenza l’importanza di alcune qualità che i dipendenti dovrebbero sviluppare in un’azienda. Comportamentali, qualità umane, un “saper fare”, un insieme di competenze che sempre più spesso vengono chiamate soft skill, “soft skill”.

Pertanto, le qualità che cercano sempre di più quando assumono nuovi assunti e tenendo conto di queste competenze possono spingere le aziende ad espandere il proprio pool di reclutamento. Tre quarti dei reclutatori ritengono che se prestano maggiore attenzione a queste qualità nei candidati e se improvvisamente attribuiscono meno importanza alle competenze tecniche, saranno in grado di apportare maggiore diversità, inclusione e pari opportunità alla propria azienda.

Queste qualità umane non sono sempre facili da trovare in un curriculum. E questo è tutto il problema: è meno facile dimostrare la tua capacità di lavorare in gruppo, di aiutare gli altri, di comunicare in modo efficace che dimostrare di avere delle competenze professionali. In questo sondaggio, il 21% dei reclutatori desidera strumenti per identificare e valutare le abilità comportamentali. Sono anche il 30% a chiedere che si dia loro maggiore importanza nell’educazione dei giovani. I dipendenti sono ampiamente favorevoli a una migliore presa in considerazione di queste qualità umane sul lavoro: il 72% di loro afferma che ciò avrebbe un impatto positivo sulla propria carriera professionale.

Esistono strumenti per mappare al meglio queste competenze, l’associazione Articolo 1, all’origine di questa ricerca, propone una piattaforma, Jobready, destinata ai giovani. Consente loro di identificare, sviluppare e promuovere le proprie competenze trasversali nel mercato del lavoro.


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