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i prezzi continuano a scendere

Venerdì, secondo i dati ufficiali, il prezzo di un litro di gasolio era sceso in media di sette centesimi e quello della SP95 di quattro centesimi.

Nuovo calo dei prezzi del carburante. Dopo un primo calo di inizio aprile, portando il litro sotto i simbolicissimi due euro, la scorsa settimana il conto è stato nuovamente tagliato: secondo i dati del Ministero della Transizione Ecologica, venerdì 8 aprile un litro di gasolio costa in media 1 litro ,8205 euro, in calo di sette centesimi in una settimana.

Continua il calo anche per la benzina: un litro di SP95 costa in media 1,7928 euro, quello di SP95-E10 1,7418 euro e quello di SP98 1,8462 euro – in tutti e tre i casi quattro centesimi in meno rispetto a sette giorni prima. Questi vari combustibili sono tornati ai livelli prebellici in Ucraina a metà febbraio. Il prezzo di un litro di gasolio è sceso del 14% in due settimane, ma rimane sui livelli di inizio marzo. Stessa osservazione per GPL (0,7981 euro) ed E85 (0,7605 euro), che hanno visto anche il loro prezzo scendere in due settimane.

Nonostante questa seconda settimana consecutiva di calo, i prezzi rimangono al di sopra del livello di inizio anno, intorno al 18,2% per il diesel e al 10% per SP95.

Un previsto calo

L’attuale calo era previsto: dal 1 aprile, lo sconto da quindici a diciotto centesimi al litro alleggerirà il portafoglio del consumatore. Inoltre, i prezzi delle materie prime sono scesi in modo significativo da fine marzo: mentre il barile del Brent ha superato i 120 USD il 23 marzo, è progressivamente diminuito, per poi scendere sotto i 100 USD alla fine della scorsa settimana. †Questo orientamento è il risultato di diversi fattori, tra cui la svolta al ribasso dei mercati finanziari, il maggiore utilizzo di azioni proposto dagli Stati membri dell’AIE e infine l’assenza di sanzioni europee sul petrolio al momento.L’analisi dell’IFPEN in una nota di lunedì.Il calo della domanda dovuto al lockdown in Cina potrebbe aver influito anche sul prezzo.

Finora gli europei non hanno deciso un possibile embargo sul petrolio russo, che rappresenta circa il 26% del greggio importato dai ventisette. Ma Bruxelles ha avvertito che questa pista non è esclusa, nonostante i disaccordi tra Stati membri: l’esecutivo europeo sta lavorando”sta attualmente lavorando su ulteriori proposte per possibili sanzioni, comprese le importazioni di petrolioLo ha detto la Commissione in un comunicato stampa venerdì.


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