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In Pakistan, il nuovo primo ministro fa rivivere la tradizione delle dinastie politiche

Il nuovo primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, si rivolge all'Assemblea nazionale dopo la sua elezione lunedì 11 aprile (foto per gentile concessione dell'agenzia di stampa governativa).

“È la vittoria del bene sul male!” † Famoso per il lirismo dei suoi voli, il nuovo primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, si è quindi qualificato per la sua elezione dopo essere stato nominato dai deputati dell’Assemblea nazionale lunedì 11 aprile con 172 voti su 342. ” cattivo ” A suo avviso, il suo predecessore, Imran Khan, che aveva rimosso gli stessi deputati dal potere due giorni prima con un voto di disapprovazione, è il primo nella storia del Paese.

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Se è ancora da dimostrare che l’ascesa al potere di questo uomo di 70 anni, erede di un famoso clan politico del Punjab, rappresenti il ​​”buono”, la sua nomina ha almeno riportato il Pakistan all’età delle Dinastie : accanto a quello degli Sharif – Shehbaz è il fratellino di Nawaz Sharif, che è stato il tre volte capo del governo – il clan Bhutto sta facendo ritorno nei corridoi del potere. Il Partito popolare pakistano (PPP), guidato dal marito e dal figlio dell’ex primo ministro assassinato Benazir Bhutto, ha infatti sostenuto Shehbaz, che è lui stesso il presidente della Pakistan Muslim League (PML-N).

Questi due partiti rivali – e queste due famiglie – si sono costantemente scambiati le redini del potere per tutti gli anni ’90 e fino a poco tempo fa: Nawaz è stato l’ultima volta come primo ministro tra il 2013 e il 2017, anno in cui è stato squalificato dalla Corte Suprema per corruzione; Asif Ali Zardari, il vedovo del sig.me Bhutto, che ha trascorso anni in prigione con varie accuse di frode prima di diventare presidente della repubblica tra il 2008 e il 2013. Il clan Sharif è una famiglia di facoltosi industriali della provincia del Punjab, dove i due fratelli, a loro volta, e in più occasioni, hanno ricoperto gli incarichi di “Primo Ministro”. Quella dei Bhutto appartiene all’aristocrazia feudale della provincia del Sind.

Prevista una forte turbolenza

Per la cronaca, questi due partiti, i cui leader si combattono da decenni, si sono uniti a un partito islamista, l’altamente conservatore Jamiat Ulema-e-Islami-Fazal (JUI-F). Il suo leader, il religioso Fazlur Rehman, considerato un opportunista, è un sostenitore dei talebani afgani ma in precedenza non aveva obiezioni a una donna, Benazir Bhutto, alla guida di un governo.

Solo il loro comune odio per il Primo Ministro uscente, Imran Khan, è stato in grado di unire questa “banda di tre”. Il signor Khan, ex giocatore di cricket ed ex playboy nei nightclub di Londra, è stato eletto nel 2018 su un’agenda religiosamente conservatrice, uno dei cui punti di forza era proprio quello di contrastare la corruzione delle dinastie politiche…

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