La polizia cilena ha annunciato mercoledì 20 aprile di aver arrestato un portoghese ricercato dall’Interpol in relazione all’esplosione nel porto di Beirut nel 2020 che ha ucciso più di 200 persone.
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L’uomo, la cui identità non è stata rilasciata, è atterrato all’aeroporto di Santiago con un volo dalla Spagna ed è stato immediatamente riportato in aereo a Madrid, in consultazione con l’Interpol, afferma una dichiarazione sul font. Si sospetta che il ricercato si sia presentato”elementi esplosiviin Libano, in connessione con l’esplosione dell’agosto 2020, secondo Christian Saez, capo della polizia aeroportuale. †Il mandato rosso contro questa persona era in vigore fino ad oggi. In generale, consente di localizzare e arrestare una persona all’estero“Ha spiegato Maximiliano MacNamara, responsabile dell’Interpol a Santiago.
“Avvisi rossi”
L’esplosione il 4 agosto 2020 di diverse centinaia di tonnellate di nitrato di ammonio, immagazzinate da anni nel porto di Beirut”senza precauzioneammesso dalle stesse autorità, aveva provocato più di 200 morti, distruggendo interi quartieri della capitale. Le indagini sull’esplosione sono sospese da mesi. Le autorità sono accusate di negligenza criminale e sono accusate dalle famiglie delle vittime e dalle ONG di averla silurata per evitare accuse.
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Nel gennaio 2021, una fonte giudiziaria libanese ha detto all’AFP che l’Interpol aveva informato le autorità libanesi di aver emesso su loro richiesta:avvisi rossicontro tre persone legate all’esplosione nel porto di Beirut. Secondo questa fonte, gli avvisi richiesti dal giudice libanese Ghassan Khoury riguardavano il proprietario e il capitano di una nave che trasportava un grosso carico di nitrato di ammonio all’origine della gigantesca esplosione, nonché un uomo degli affari portoghesi che originariamente aveva ordinato il carico. Il carico di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio è arrivato al porto di Beirut nel novembre 2013 su una barca battente bandiera moldava ed è partito dalla Georgia per il Mozambico. Secondo i funzionari libanesi, le autorità portuali li avrebbero immagazzinati in un magazzino abbandonato con pareti crepate, mentre il “Roso“, immobilizzato dopo aver avviato un procedimento giudiziario nei confronti del proprietario, è finito per affondare in porto nel 2018.
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