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Da Beirut a Parigi, uno sguardo al viaggio di Léa Salamé

Carriera professionale
Léa Salamé, giornalista poliedrica, si sente a suo agio alla radio come in televisione. Presentatore, presentatore o editorialista politico, il franco-libanese ha indossato tutti i cappelli.

Il suo curriculum parla per lei: dal 2006 al 2010 ha lavorato per il giovanissimo canale di informazione internazionale francese France 24. L’ha lasciato a fine 2010 per unirsi a I-Télé nel gennaio 2011; vi ha presentato l’Eliseo 2012. All’inizio dell’anno accademico 2012 ha presentato il programma del dibattito Non ci mentiremo a vicendae l’anno dopo Sta discutendosullo stesso canale, dove media i dibattiti tra Éric Zemmour e Nicolas Domenach.

Dal 25 agosto 2014 sperimenta l’esperienza radiofonica e conduce l’intervista delle 7:50 su France Inter nel programma mattutino di Patrick Cohen. Contemporaneamente, dal 2014 al 2016, subentra a Natacha Polony nel duo editorialista formato con Aymeric Caron (stagione 2014-2015) e poi con Yann Moix (2015-2016) nello show di Laurent Ruquier non siamo a lettoin onda su France 2. Questa esperienza rivela davvero Léa Salamé al grande pubblico.

Dal 28 settembre 2016, Léa Salamé realizza finalmente il suo sogno: ospitare un programma politico. Si presenta quindi Il programma politico su France 2, con David Pujadas da settembre 2016 a maggio 2017, poi solo da settembre 2017. All’inizio dell’anno scolastico 2017, Léa Salamé ha ripreso 7/9 con Nicolas Demorand dopo le dimissioni di Patrick Cohen.

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La giornalista e conduttrice televisiva franco-libanese Lea Salame si prepara per lo spettacolo “L’Emission politique” negli studi del canale televisivo francese France 2 a Saint-Cloud, a ovest di Parigi, il 27 ottobre 2016.
Eric FEFERBERG/AFP

Léa Salamé e i dibattiti presidenziali

Per il suo primo dibattito tra i due round, Léa Salamé è ben preparata.
Infatti, già nel 2017, ha già ospitato con David Pujadas il programma 15 minuti per convincere, su France 2, che permette a tutti i candidati alle elezioni presidenziali di presentare il proprio progetto in quindici minuti ai due giornalisti.

Infine, il giornalista ha praticato l’esercizio nel 2021, in particolare con il programma Elisee 2022in cui, insieme a Laurent Guimier, ha ospitato diversi candidati alla presidenza come Éric Zemmour, Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon.

Il 19 settembre 2019, Il programma politico è sostituito da È il tuo turno di parlare† Léa Salamé la presenta insieme a Thomas Sotto. Infine, nel 2021, il giornalista si unisce a Laurent Ruquier per co-presentare il talk show del sabato sera noi siamo vivi nella seconda parte della serata su France 2.

Questo elenco di risultati non è esaustivo, poiché Léa Salamé ha investito in molti progetti.
Possiamo citare la sua partecipazione al programma culturale nel 2016 Stupefacente!trasmesso su France 2 (che è diventato France 5 da settembre 2019 L’incredibile dottore† Nel 2019 France Inter ha lanciato un programma chiamato donne potentiche offre interviste di un’ora, condotte da Léa Salamé, con donne famose.

Léa Salamé ha vinto due premi, “Donna dell’anno 2014”, assegnato dalla rivista GQ, e quello di “Miglior intervistatrice dell’anno 2015” (Premio Filippo-Caloni).

Punti salienti e polemiche
Léa Salamé, una figura chiave nel panorama dei media pubblici in Francia, è nota per la sua serietà, professionalità e fiducia in se stessa. La giornalista 43enne l’ha confrontata con grandi personalità della scena politica francese, siano essi presidenti, candidati presidenziali, deputati; non ha mai perso il suo brio o il suo tono provocatorio.

Come ogni personaggio dei media, ha anche affrontato alcune critiche. Così, nel 2016, quando ha intervistato François Hollande con David Pujadas nello show Dialoghi con i cittadinisu France 2 il giornalista crea polemiche rispondendo all’allora presidente, che parlava dei profughi: “E’ uno scherzo?”

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Il presidente francese Francois Hollande in uno studio di France 2, al Museo dell’Uomo, mentre si prepara per un’intervista di 90 minuti condotta da David Pujadas e Lea Salame e quattro elettori francesi durante un programma intitolato “Dialoghi con i cittadini” – “Dialogo con i cittadini ” il 14 aprile 2016 a Parigi.

L’8 gennaio 2020, Léa Salamé è stata inviata a Beirut dalla Francia Inter per intervistare Carlos Ghosn, che aveva appena lasciato illegalmente il Giappone. Questa intervista viene rapidamente criticata sui social network e su alcuni media. Léa Salamé è accusata di “una messa in scena di cospirazione e compiacimento da parte di un giornalista di servizio pubblico nei confronti di un multimilionario fuggito dalla giustizia”.

Nell’ottobre 2021, nello show noi siamo vivi, il Council of Journalistic Ethics and Mediation (CDJM) l’ha chiamata a ordinare “il suo tono che è stato percepito come irrispettoso e aggressivo”, ricordando che “i giornalisti sono liberi dal tono e dallo stile che adottano, scelta che appartiene alla redazione , anche se è deplorevole che differisca a seconda degli interlocutori”. D’altra parte, ha seguito riferimenti che accusavano il giornalista di violare regole etiche insistendo “senza la minima prova” o verificando i fatti che ci sono “distretti in cui gli islamisti oggi detengono il potere in Francia.

“Una mano di ferro in un guanto di velluto” è un’espressione che definisce bene Léa Salamé. Mentre alcuni ammirano il suo carattere e il suo modo di condurre i dibattiti, altri sono più misurati e lamentano la sua aggressività. Quel che è certo è che il ruolo che gli è stato affidato questo mercoledì 20 aprile per guidare il dibattito tra i due turni delle presidenziali del 2022, non è affidato a tutti. Ancora una volta, questa non è una coincidenza.

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