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rinchiuso, gli abitanti di Shanghai gridano la loro rabbia contro le autorità

I residenti di Shanghai sono stati riconfigurati di fronte alla recrudescenza dei casi di Covid-19 e in Cina. Cattive condizioni di isolamento, dure operazioni di polizia, il generale ne aveva abbastanza. I motivi di malcontento per una popolazione esasperata che non esita più a esprimere la propria rabbia sono molteplici.

Le manifestazioni malvagie sono rare in una Cina dominata dalla dittatura del Partito Comunista. Tanto più suggestive sono le scene che si sono succedute a Shanghai nei giorni scorsi. Ribloccato dall’inizio di aprile per decisione delle autorità alla luce del nuovo focolaio di casi di Covid-19, molti dei 25 milioni di residenti della città stanno esprimendo la loro rabbia ad alta voce.

All’inizio della settimana, molti residenti di Shanghai sono andati alle loro finestre per gridare slogan ostili alle misure sanitarie e la loro angoscia per le difficoltà di approvvigionamento alimentare. Questa frustrazione generale si riflette anche nei video filmati e trasmessi dalla popolazione stessa, in particolare sul social network locale WeChat dove il governo sta cercando di rimuoverli, riferisce Agence France-Presse (AFP). In particolare, vediamo che i residenti locali stanno resistendo all’esfiltrazione di persone risultate positive al virus mano militare Giovedì da una ventina di poliziotti in sterili tute bianche.

Isolamento precario

Va detto che le condizioni di isolamento sembrano particolarmente precarie. Le riprese dei pazienti messi in quarantena in semplici prefabbricati fatiscenti nel distretto di Pudong mostrano materassi sul pavimento per assorbire le perdite d’acqua dal tetto.

Un altro documento svela la sorte riservata a 200 persone, rinchiuse in un edificio per uffici senza doccia e con un totale di quattro servizi igienici.

Restrizioni che si diffonderanno in tutto il paese

Gli impedimenti imposti dalle autorità ai servizi sanitari rendono la situazione ancora più drammatica. Sun Huajun, farmacista dello Shanghai Children’s Hospital, spiega alle telecamere:

“Il personale medico non può recarsi in aree diverse dall’ospedale o dalle loro abitazioni o organizzare la consegna di medicinali”.

Risultati: queste consegne, per quanto essenziali, dipendono interamente dal lavoro dei volontari. “Ora, con più volontari, la situazione sta migliorando”, elogia il farmacista. La Cina registra una media di 20.000 nuove infezioni ogni giorno. E le restrizioni si stanno diffondendo in tutto il Paese. Da questo sabato, ai 13 milioni di residenti di Xi’An – nel centro del Paese, a circa 1.400 chilometri da Shanghai – è stato ordinato di non lasciare le proprie case per almeno quattro giorni.

Robin Verner

Robin Verner Giornalista di BFMTV

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