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Bruxelles attacca l’Ungheria e risparmia la Polonia

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il 5 aprile 2022, davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen è abituata a congratularsi con i capi di Stato e di governo europei quando vincono le elezioni. Il nazionalista Viktor Orban, che domenica 3 aprile gli ungheresi hanno ampiamente rinnovato alla guida del ramo esecutivo, non ha avuto diritto a questo segno di attenzione a questo punto. “Queste cose si fanno quando il governo viene confermato dal parlamento”, spieghiamo alla Commissione. Intanto martedì, durante una sessione di domande e risposte al Parlamento europeo, l’ex ministro della Difesa Angela Merkel non ha esitato a dichiarare aperte le ostilità contro Budapest.

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La Commissione, ha annunciato, sta aprendo una procedura senza precedenti contro l’Ungheria, che potrebbe sospendere il pagamento dei fondi europei in caso di violazione dello stato di diritto. Questo gli è valso un applauso nella sala riunioni di Strasburgo.

Va detto che gli eurodeputati, come i loro colleghi della Commissione europea o del Consiglio, non hanno apprezzato il discorso di Viktor Orban dopo la sua rielezione domenica sera. “Ricorderemo questa vittoria per il resto della nostra vita, perché abbiamo dovuto combattere contro un gran numero di avversari”, disse, citando “Sinistra ungherese e internazionale”, il “burocrati” da Bruxelles, i media internazionali, “e anche il presidente ucraino”

Budapest denuncia un “errore”

Il commissario europeo per il bilancio Johannes Hahn “Ho parlato oggi con le autorità ungheresi e le ho informate che ora invieremo la lettera di costituzione in mora per attivare il meccanismo”, aprendo così una procedura che dovrebbe durare dai sei ai nove mesi, ha precisato Ursula von der Leyen. Il contenuto del messaggio non è ancora noto, ma in una precedente lettera inviata a Budapest nel novembre 2021, la Commissione aveva espresso preoccupazione in merito a questioni relative agli appalti pubblici, ai conflitti di interesse e alla corruzione.

Gergely Gulyas, il capo dello staff di Viktor Orban, ha risposto rapidamente, definendolo a“errore” la decisione di Bruxelles. prima di chiedere “alla Commissione Europea di non penalizzare gli elettori ungheresi per non essersi espressi al gusto di Bruxelles durante le elezioni” Domenica.

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In vigore dal 1ehm Nel gennaio 2021, nonostante le ripetute pressioni del Parlamento europeo, questo meccanismo non è mai stato utilizzato. I Ventisette avevano infatti accettato di attendere che la Corte di giustizia dell’Unione europea, che ha incriminato Budapest e Varsavia in materia, ne confermasse la legittimità. È successo il 16 febbraio. La Commissione era quindi pronta ad attivare il meccanismo nei confronti di due Paesi: la Polonia, che non garantisce l’indipendenza della magistratura, e l’Ungheria, dove la lotta alla corruzione è ampiamente insufficiente.

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