“Il Fronte Polisario decide di interrompere i contatti con l’attuale governo spagnolo per prendere le distanze dal strumentalizzare la questione saharawi nel contesto dei deplorevoli negoziati con le forze di occupazione (marocchini, ndr)”, scrive in una nota il Polisario. Questa spaccatura continuerà fino a quando il governo spagnolo “rispetterà le decisioni di legalità internazionale, la cui legalità internazionale riconosce il diritto del popolo saharawi all’autodeterminazione e al rispetto dei confini internazionalmente riconosciuti del proprio Paese”.
La Spagna ha mostrato il suo sostegno al piano di autonomia del Marocco
Il primo ministro dell’ex potenza coloniale spagnola ha finora mostrato la sua neutralità e ha annunciato pubblicamente il 18 marzo il suo sostegno al piano di autonomia del Marocco, che ora considera “la base più seria, realistica e credibile per la soluzione di questa controversia”.
Criticato da tutte le parti in Spagna, ma anche da Algeri, principale sostenitore del Polisario, il governo spagnolo conferma di non aver cambiato posizione, ma di aver fatto solo “un passo in più” per contribuire alla risoluzione del conflitto che ha si è opposto al Marocco sul Fronte Polisario sin dalla partenza degli spagnoli nel 1975. Il Polisario ha giustificato la sua rottura con Madrid sul “principio che lo Stato spagnolo ha responsabilità nei confronti del popolo saharawi e delle Nazioni Unite, essendo il potere di governo dell’area, responsabilità che restano così inspiegabili”.
La questione migratoria al centro dei negoziati
Per Madrid, l’obiettivo principale del ripristino dei rapporti con Rabat è quello di garantire la sua “cooperazione” nel controllo dell’immigrazione clandestina, mentre il Marocco, da cui la maggior parte dei migranti parte per la Spagna, è stato regolarmente accusato da molti osservatori di usarlo come mezzo di pressione.
Il conflitto nel Sahara occidentale, una vasta area desertica con una costa molto simile a un pesce e un sottosuolo ricco di fosfati, che l’ONU considera una “zona non autonoma”, ha contrapposto il Marocco per decenni ai separatisti sahrawi del Fronte Polisario. davanti. Rabat, che controlla quasi l’80% di questo territorio, propone un piano di autonomia sotto la sua sovranità, mentre il Fronte Polisario chiede un referendum di autodeterminazione, pianificato dalle Nazioni Unite quando fu firmato il cessate il fuoco nel 1991. †
Il Polisario dice di essere “in stato di guerra di autodifesa”
Il cessate il fuoco è stato interrotto nel novembre 2020 dopo che le truppe marocchine si sono schierate nell’estremo sud dell’area per cacciare i separatisti che bloccavano l’unica strada per la Mauritania, che secondo loro era illegale. Da allora il Fronte Polisario si dice “in uno stato di autodifesa” e pubblica quotidianamente un bollettino delle sue operazioni.
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