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Un anno fa, il 20 aprile 2021, quando il suo volto giovanile è apparso sugli schermi della televisione nazionale ciadiana, commentatori e analisti si sono meravigliati della capacità di Mahamat Déby di dominare il vulcano sulla cui cima era stato appena installato. . Per quanto tempo avrebbe potuto mantenere la sedia presidenziale dove i fratelli d’armi di suo padre Idriss, uccisi al momento della sua rielezione, lo avevano appena fatto sedere dopo aver spazzato via tutte le regole costituzionali del paese?
Le forze ribelli libiche erano allora a 300 chilometri dalla capitale N’Djamena, la rivalità familiare minacciava di distruggere il regime costruito dal defunto e la società civile ha cercato di confermare il suo rifiuto di una successione dinastica dopo trent’anni di potere.
Un anno dopo, il presidente del Consiglio di transizione militare – il PCMT come è ora soprannominato a N’Djamena – non ha spento tutti gli incendi, ma la domanda che solleva è cambiata in modo significativo: per quanto tempo Mahamat Déby tornerà al potere, se prende il sopravvento? accetta di separarsene un giorno?
A soli 38 anni, il giovane generale “sta vanificando tutte le previsioni sulla durata del suo potere e la vera agenda di questa transizione”, osserva Hoinathy Remadji, ricercatore dell’Institute for Security Studies. Quando fu annunciata la morte del padre, fu fatta la promessa di restituire le chiavi alla presidenza diciotto mesi dopo, dopo“elezioni libere e democratiche” dove non sarà candidato†
Benevolenza internazionale
L’impegno è stato moderato nella carta di transizione il giorno successivo specificando che tale periodo poteva essere prorogato “Una volta”senza che la Francia, l’Unione Africana o l’Unione Europea siano più preoccupate per una destabilizzazione generale del Ciad che per la democratizzazione del regime di Déby.
Questa benevolenza internazionale non è stata contraddetta da quando – l’UNDP ha quindi messo in atto un meccanismo per finanziare la tabella di marcia di transizione – dando alle opinioni africane la sensazione che gli autori di colpi di stato non siano trattati allo stesso modo a seconda che si sostengano o meno. Ciad o stare in disparte come il Mali.
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