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Più di 34 milioni di euro recuperati dai truffatori da Urssaf

Urssaf è l’Unione per la riscossione dei contributi previdenziali e delle prestazioni familiari. Un acronimo che terrorizza, soprattutto i datori di lavoro senza scrupoli che non sempre hanno una buona reputazione quando si tratta di pagare la quota. E nel Nord-Pas-de-Calais è un certo numero se ci riferiamo agli ultimi dati dell’organizzazione. Ma se quest’ultimo aumenta il controllo e l’adeguamento, l’abisso della frode del lavoro nascosta rimane quasi insondabile.

Nel Nord-Pas-de-Calais, e in effetti altrove in Francia, il principale cavallo di battaglia dell’Urssaf continua a essere la lotta contro il lavoro sommerso. Detto anche “lavoro nero”, si tratta sostanzialmente di far lavorare le persone senza dichiararle ed evitare così di pagare i contributi previdenziali. Tutto questo va bene per il truffatore, meno per la società: “Questi tipi di pratiche mettono a repentaglio il finanziamento della previdenza sociale, creano una violazione dell’uguaglianza nella concorrenza e privano i lavoratori colpiti dei loro diritti sociali”, sottolinea Laury Ducombs, direttrice di Urssaf Nord-Pass- de Calais.

Una frode da 7 miliardi di euro a livello nazionale

E qui stiamo parlando dei grandi soldi. Un bel po’ di soldi in effetti, motivo per cui l’organizzazione sta facendo di tutto per recuperare parte dei contributi non versati. Nei dipartimenti del Nord e del Pas-de-Calais, nel 2021 sono stati adeguati 34,5 milioni di euro, ovvero il 4,37% del totale nazionale di 789,4 milioni. Per la gente comune, sembra molto, ma non è niente in confronto alla quantità stimata di frode. In Francia, l’Urssaf stima in 7 miliardi di euro la perdita legata al lavoro occulto dello scorso anno. Se la cifra del Nord-Pas-de-Calais non è stata resa nota, si può stimare in oltre 300 milioni applicando la stessa regola di calcolo del recupero.

Eppure non è per mancanza di risorse, grazie in particolare a una brigata di 80 ufficiali che lo scorso anno ha effettuato più di 1.700 controlli, portando a circa 300 adeguamenti. Ma se non potessero contare sulla cortesia dei datori di lavoro, ci vorrebbero altri 600 agenti per recuperare i 300 milioni di contributi fantasma. Tanto più che i fronti si moltiplicano per l’Urssaf. “Vediamo l’emergere di nuove tendenze in materia di frode, lavoro part-time o distacco di dipendenti”, assicura Laury Ducombs. Per non parlare dell’esplosione del numero delle aziende automobilistiche e dei settori più tradizionali dell’edilizia, dei trasporti, degli hotel e della ristorazione.

“Come per qualsiasi crimine, la frode si evolve per sfruttare nuovi dispositivi, costringendoci a monitorare costantemente”, ammette il direttore di Urssaf Nord-Passo di Calais. Oltre a sfruttare i dati dei datori di lavoro, profilare le aziende a rischio, ora implica anche il monitoraggio delle piattaforme di condivisione.

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