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scalare un misterioso Everest

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Catherine Deneuve dentro

FRANCIA 3 – GIOVEDI’ 14 APRILE ORE 21.10 – DOCUMENTARIO

Dopo bardot innamorato (2016) e Jeanne Moreau, la donna rilasciata (2017), la documentarista Virginie Linhart scala un altro Everest professionale con cui Deneuve, regina Caterina (2021). E bisogna andare con la piccozza, perché colei che ha preso il nome della madre per distinguersi meglio dalla sorella, l’attrice Françoise Dorléac (1942-1967), sembra intrappolata nel ghiaccio di un fitto mistero – che a suo dire è il “un campo molto estensibile”.

Il lavoro di Virginie Linhart funziona secondo il principio del corso delle Danaidi: più sappiamo, meno sappiamo. Ma ricostruisce un puzzle biografico, con molti documenti d’archivio poco conosciuti che illustrano quanto in gran parte è già stato scritto, soprattutto in queste colonne, nella serie in sei parti “Catherine Deneuve, dietro lo schermo”di Raphaëlle Bacqué, nel 2020.

Tutti la chiamano una brava compagna e divertente nella vita privata e sui set. Il suo ritratto realizzato da Frédéric Mitterrand in la brutta vita (Robert Laffont, 2005), nel corso di un sorprendente aneddoto, rivela persino di prendersi cura dell’altro quando l’attrice si trasforma davanti ai suoi occhi attoniti in una sorpresa soccorritrice con un motociclista ferito.

Dietro la glassa, la crepa

Ma Deneuve è diffidente nei confronti della stampa, non l’ha ricevuta a casa da quando un giornalista, che non ha visto libri nella stanza in cui si è svolto il faccia a faccia, ha dedotto che non stesse leggendo – come riporta lo scrittore americano Edmund White, in Arti e lettere (Cleis Press, 2004, non tradotto).

Grazie a ciò che Catherine Deneuve è riuscita a infilare qua e là, a volte ai media stranieri, il documentario evoca con tatto una ricca vita amorosa e il suo danno associato: la perdita dell’amore e la stanchezza che si insinua, la mancanza di rispetto o il tradimento che fa male. . Mancano documenti nel file. Non importa ed è meglio: gli avvocati di Deneuve vigilano sulla conservazione del suo dominio privato.

È stata spesso rimproverata per i suoi atti di presenza ben pagati – che a volte la mettono in situazioni imbarazzanti – e meno per le sue campagne pubblicitarie, molte delle quali sono state girate negli Stati Uniti. “Sia chiaro: facciamo pubblicità per fare soldi, quelli che affermano il contrario sono ipocriti” dirà? Mondo, nel 1997. E per aggiungere, in una clip avvistata da Virginie Linhart: “Sono un grande spendaccione, non ne vado fiero, ma non me ne vergogno. †

Leggi anche Catherine Deneuve: denaro, politica e vita privata

Il documentario solleva argomenti provocatori o controversi: il lavoro del padre dell’attrice per Radio Paris durante l’occupazione, il forte sostegno di Deneuve a Roman Polanski, con il quale è stata in tournée Rifiuto (1965) – uno dei rotoli che ha rotto la sua immagine troppo lucida – e ha firmato la sua firma in fondo a una piattaforma in difesa della “libertà di essere invadente, essenziale per la libertà sessuale”, pubblicata nel 2018 in Il mondo

Infine, c’è l’argomento che fa male: la prematura scomparsa di Françoise Dorléac in un incidente stradale. Durante un’intervista televisiva, con un bicchiere di champagne in mano, Deneuve è impallidito alla menzione del giornalista della sorella scomparsa; poi recuperare molto rapidamente. Ma la crepa è apparsa dietro lo smalto superficiale. Perché, come ha detto la regista Nadine Trintignant in modo amorevole e chiaro: “C’è sempre qualcosa di rotto in lei, anche quando sorride. †

Deneuve, regina Caterinadocumentario di Virginie Linhart (Fr., 2021, 94 min).

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