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La Fed spinge i tassi di interesse al rialzo e le azioni al ribasso – 04/06/2022 alle 13:18

LE BORSE DI STUDIO EUROPEE CADONO A METÀ SESSIONE

LE BORSE DI STUDIO EUROPEE CADONO A METÀ SESSIONE

di Marc Angran

PARIGI (Reuters) – Wall Street è atteso in ribasso e le borse europee sono scese a metà sessione di mercoledì, la prospettiva di un aumento accelerato dei tassi di interesse statunitensi resta la principale preoccupazione dei mercati, mentre quella di nuove sanzioni contro la Russia rafforza il mercato petrolifero.

I contratti future sui principali indici di New York puntano a un’apertura dello 0,55% per il Dow Jones, dello 0,71% per lo Standard & Poor’s 500 e dell’1,12% per il Nasdaq.

Quest’ultimo ha già perso il 2,35% martedì e l’S&P 500 l’1,26% dopo le dichiarazioni del governatore della Fed Lael Brainard sul ritorno a una politica monetaria “più neutrale” entro la fine dell’anno attraverso il rialzo dei tassi e la riduzione del bilancio della banca centrale .

Questi commenti hanno influenzato maggiormente l’andamento del mercato azionario in quanto provengono da un funzionario considerato una “colomba” e rimangono nervosi in vista del rapporto della riunione della Fed del 18 marzo: 00 ore GMT.

In Europa, gli investitori temono anche che la prossima ondata di sanzioni economiche contro Mosca incoraggerà un altro aumento dei prezzi.

A Parigi, il CAC 40 ha perso l’1,54% a 6.543,47 punti alle 11:00 GMT, il minimo dal 25 marzo. A Londra il FTSE 100 ha perso lo 0,25% ea Francoforte il Dax ha perso l’1,5%.

L’indice EuroStoxx 50 è sceso dell’1,78%, l’FTSEurofirst 300 dell’1,03% e lo Stoxx 600 dell’1,16%.

Quest’ultima, che ha appena compiuto tre rialzi consecutivi, risente anche dell’annuncio di una contrazione dell’attività di servizi in Cina, del calo più forte del previsto degli ordini industriali in Germania e della conferma del forte aumento dei prezzi alla produzione nell’area euro ( +31,4% a/a a febbraio).

IL PETROLIO

Indeciso a inizio giornata, il mercato petrolifero è ora in forte rialzo, con la prospettiva di ulteriori sanzioni contro la Russia che superano le preoccupazioni sulla domanda.

Il Brent ha guadagnato l’1,06% a $ 107,77 al barile e il light crude statunitense (West Texas Intermediate, WTI) ha guadagnato l’1,37% a $ 103,36.

Erano titubanti all’inizio della sessione, hanno spiegato fonti di mercato dopo l’annuncio della scorsa settimana da parte dell’American Petroleum Institute (API) di un aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti.

VOTA

Le dichiarazioni di Lael Brainard alimentano il rialzo dei rendimenti obbligazionari su entrambe le sponde dell’Atlantico: quello dei Treasury USA a 10 anni sale di ulteriori otto punti base a 2,6426%, il livello più alto da febbraio 2019, e l’equivalente tedesco di quasi cinque punta allo 0,666%, il livello più alto da marzo 2018.

Il titolo decennale francese ha ora raggiunto il livello più alto dal 2015, all’1,223%, con nervosismo all’avvicinarsi delle elezioni presidenziali che si aggiunge al contesto generale, anche se alcuni investitori hanno messo in prospettiva la questione del voto.

“I premi di rischio sugli asset francesi dovrebbero rimanere inferiori rispetto al 2017 e sembrano già sufficienti a nostro avviso”, spiega Xavier Chapard di LBPAM. “Innanzitutto lo scenario più probabile rimane di gran lunga quello della rielezione di Emmanuel Macron, nel qual caso i premi al rischio scomparirebbero subito dopo il secondo turno. Soprattutto, il rischio dell’elezione di Marine Le Pen ai mercati è molto inferiore rispetto al 2017”.

VALORI IN EUROPA

Quasi tutti i principali settori del rating europeo si muovono in rosso, con telecomunicazioni, difensiva ed energia gli unici a mantenere l’equilibrio.

Per contro, il comparto high-tech, ancora sensibile alla prospettiva di tassi di interesse più elevati, è sceso del 2,85% e il fondo auto, uno dei più ciclici, ha perso il 2,79%.

Tra i maggiori cali del CAC 40 ci sono Stellantis (-4,62%), STMicroelectronics (-3,32%) e Worldline (-3,07%).

CAMBIO Il dollaro continua ad apprezzarsi nei confronti delle altre principali valute e l’indice, che misura i propri movimenti rispetto a un paniere di riferimento, ha raggiunto il nuovo massimo storico di quasi due anni (+0,06%).

Da parte sua, l’euro soffre sia per la prospettiva di una più rapida stretta monetaria negli Stati Uniti, sia per i timori legati all’impatto delle sanzioni contro Mosca: è sceso al livello più basso dall’8 marzo a 1,0875 dollari prima di tornare in equilibrio.

(Relazione Marc Angrand, a cura di Jean-Michel Bélot)

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